L'erosione "democratica" del costituzionalismo liberale

Jan Sawicki

L'erosione "democratica" del costituzionalismo liberale

Esperienze contrastanti dall'Europa centro-orientale

A distanza di tre decenni dalla caduta del Muro di Berlino, il volume tenta un bilancio sulla transizione alla democrazia negli ordinamenti già socialisti dell’Europa centro-orientale, focalizzandosi sullo sviluppo imprevisto di due Paesi, la Polonia e l’Ungheria, in quello che pare un regresso rispetto ad alcune iniziali acquisizioni democratiche. Due Stati che rischiano di formare il paradigma di un sistema nuovo, un ibrido tra democrazia e regime illiberale, non totalitario e forse neanche compiutamente autoritario, ma con molti tratti riconoscibili sotto questo aspetto.

Edizione a stampa

32,00

Pagine: 248

ISBN: 9788835107552

Edizione: 2a edizione, nuova edizione 2020

Codice editore: 315.2.24

Disponibilità: Nulla

Pagine: 248

ISBN: 9788835104995

Edizione:2a edizione, nuova edizione 2020

Codice editore: 315.2.24

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A distanza di tre decenni dalla caduta del Muro di Berlino, è opportuno fare un bilancio sulla transizione alla democrazia negli ordinamenti già socialisti dell'Europa centro-orientale (compresi quelli appartenenti all'area ex-iugoslava). Si tratta di un gruppo di Paesi tanto vasto quanto estremamente eterogeneo, che seguita ad essere accomunato per l'ancora recente passato socialista, ma di cui si trascurano le profonde differenze in merito sia al passato remoto sia alle modalità della stessa transizione. L'esame delle rispettive forme di governo, sia per quanto attiene alle prescrizioni formali sia con lo sguardo rivolto ad alcuni aspetti della loro attuazione anche nella prassi, mette in evidenza diversità che non erano prevedibili nelle tappe iniziali della transizione.
Nell'ultimo decennio, ha richiamato l'attenzione lo sviluppo imprevisto di due Paesi, la Polonia e l'Ungheria, in quello che pare un regresso rispetto ad alcune iniziali acquisizioni democratiche. La sorpresa è maggiore se si considera che si tratta di due Paesi sono stati all'avanguardia del processo di democratizzazione fin dal 1989: forse gli ultimi dai quali ci si sarebbe attesi una nuova svolta, espressione di un disegno sistematico, nel senso di una "democrazia illiberale". A dieci anni dall'avvio dell'involuzione ungherese, e a cinque da quella polacca, i due Stati rischiano di non esser più solo un problema per l'Unione europea, ma di poter formare paradigma di un sistema nuovo, un ibrido tra democrazia e regime illiberale, non totalitario e forse neanche compiutamente autoritario, ma con molti tratti riconoscibili sotto questo aspetto.

Jan Sawicki
è dottore di ricerca in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparate e docente a contratto presso l'Università degli Studi di Milano e la "Sapienza" Università di Roma.

Introduzione
Parte I. Le forme di governo
La posizione del Parlamento
(La struttura dei Parlamenti; Lo status dei parlamentari; I Parlamenti nel processo legislativo)
Il capo dello Stato
(Le modalità della sua elezione come eventuale chiave di interpretazione della forma di governo; Una classificazione dei poteri presidenziali; L'influenza presidenziale nella formazione e nella cessazione dei governi; Il coinvolgimento presidenziale nell'attivazione degli strumenti di democrazia diretta; Lo scioglimento delle assemblee come prova contro l'esorbitanza dei poteri presidenziali; Il ruolo dei Presidenti nella formazione delle leggi; I Presidenti e il potere estero; La responsabilità del Presidente della Repubblica)
La posizione costituzionale del governo
(Le competenze del governo nei testi costituzionali; La fiducia parlamentare (un istituto decisivo e comune a tutti gli ordinamenti dell'area, semipresidenziali o meno); La responsabilità politica dei governi; La posizione dei ministri)
Partiti e sistemi elettorali come completamento della forma di governo
(La disciplina costituzionale e legislativa dei partiti politici; La disciplina legislativa (ed eventualmente costituzionale) dei sistemi elettorali)
Parte II. La degenerazione della democrazia costituzionale in Polonia e in Ungheria
La degenerazione dello stato di diritto in due casi specifici e inattesi
(Alcune considerazioni introduttive; Le cause possibili della mutazione illiberale)
La trasformazione costituzionale dell'Ungheria. Invece della conclusione di un lunghissimo cammino, l'avvio (forse) di uno nuovo
(Il trionfo elettorale di Fidesz e lo smantellamento del sistema costituzionale del 1989; La rapida approvazione della Legge fondamentale; La conquista del giudiziario in parallelo alla formazione della Legge fondamentale; Revisioni costituzionali 'ricostituenti')
La Polonia. Un degrado continuo per mezzo di legislazione ordinaria. Verso l'instaurazione di una costituzione di fatto?
(La vittoria di "Diritto e giustizia" nel 2015; Lo sfibramento in forma legislativa della giustizia costituzionale; La sentenza K 47/15 del Tribunale costituzionale polacco:
un tentativo estremo di autodifesa; L'evoluzione della legislazione sul Tribunale costituzionale nel 2016: un 'bombardamento legislativo' incessante che si adatta alle esigenze del momento; La mutazione genetica della giustizia costituzionale in Polonia: qualche osservazione conclusiva; La 'deforma' del giudiziario; L'autodifesa del giudiziario e il coinvolgimento dell'Unione europea)
La degenerazione costituzionale in Polonia e in Ungheria nel suo versante giuridico-formale come presunta espressione di un limitato grado di rigidità delle rispettive costituzioni: un'analisi critica
(Il caso dell'Ungheria: il mutato significato delle maggioranze speciali; Le leggi cardinali nel nuovo sistema dopo il 2011; Dove un errore c'è stato. Sulle maggioranze in Polonia, in generale)
Considerazioni conclusive
Appendice - Modalità e caratteri della conquista della giustizia costituzionale e di quella ordinaria: uno schema riassuntivo e comparativo
Bibliografia.

Collana: Diritto

Argomenti: Diritto, giustizia

Livello: Studi, ricerche

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